Donna che dorme su una pila di libri

Sonnolenza diurna

Chiunque di noi avrà accusato qualche volta un po’ di sonnolenza diurna, e in momenti disparati, per esempio nel pieno di qualche attività, a lavoro, sui libri di scuola, in autobus, dopo lo sport. Si tratta di una casistica che non deve preoccupare, perché è normale che la stanchezza a un certo punto arrivi a farci visita, soprattutto quando le nostre energie iniziano a venire meno.

In linea di massima, quindi, smaltire la sonnolenza diurna non è poi così complicato… basta infatti lasciarle fare il suo corso, al termine del quale torneremo nel pieno delle nostre forze.

Un approccio diverso merita invece la sonnolenza diurna che si protrae nel tempo. Potrebbe essere infatti indice di qualche patologia sulla quale è sempre bene indagare consultando uno specialista. In ogni caso, quando ci si sente particolarmente assonnati durante il giorno, e per un lungo periodo, si potrebbe essere affetti da quella che gli esperti definiscono excessive daytime sleepiness, EDS, la cui entità viene calcolata con strumenti appositi, come la Scala di sonnolenza Epworth, nient’altro che un test da sottoporre a chi dovesse essere preda durante il giorno di un costante e irresistibile desiderio di dormire.

Che non va sottovalutato: l’eccessiva sonnolenza diurna rientra infatti tra gli effetti di stati depressivi e della spesso conseguente assunzione di farmaci, ed è quindi ben diversa – nelle cause, nel trattamento e nelle ricadute sulla qualità della vita – dalla sonnolenza occasionale.

Non che la classica sonnolenza diurna – quella che magari fa la sua comparsa dopo pranzo, o quando ci ritroviamo a svolgere, a lavoro, un’operazione meccanica che non richiede grande attenzione, oppure mentre studiamo quella che non è esattamente la nostra materia preferita – determini l’esito delle nostre giornate… È sì fastidiosa, ma facilmente superabile. E non con un trattamento, ma con qualche piccolo accorgimento che a ben vedere riguarda anche la cura della propria persona più in generale.

E allora, come combattere la sonnolenza diurna? Nella stragrande maggioranza dei casi a far la differenza è lo stile di vita, purché sia sano. Non si deve prescindere da un’alimentazione ben equilibrata, quindi scevra di eccessi e di pasti saltati, che portano poi a strafogarsi appena ci si mette a tavola. Anche lo sport o comunque un’attività fisica regolare giocano un ruolo fondamentale, facilitando nel nostro organismo il naturale rilascio di ormoni e preservando il ritmo circadiano, l’alternarsi di sonno e veglia che tanto influisce sulla nostra salute psicofisica.

Una mossa semplice ed efficace che aiuta a evitare la sonnolenza diurna è andare a letto non troppo tardi, garantendosi quel numero di ore di sonno che al mattino fanno sì che ci si senta freschi e riposati.

Da tutelare è anche la fase che porta all’addormentamento, in modo che non diventi lunga e laboriosa: nell’ora che precede il momento in cui ci si infila sotto le coperte è bene tenersi a distanza da tutti i dispositivi elettronici dotati di schermo e quindi di luci blu, che tengono il nostro cervello in attività, impedendogli di approssimarsi gradualmente al sonno. Sono invece da preferire la lettura di un libro o l’ascolto di musica, e la loro capacità di accompagnarci al meglio nel regno di Morfeo.

Attenzione anche alla camera in cui si trascorre la notte, perché la temperatura interna non deve essere né troppo alta né troppo bassa: ognuno trovi la propria zona di comfort, possibilmente tenendo conto delle esigenze del partner. Un certo riguardo merita anche l’illuminazione della stanza: si consiglia luci basse e soffuse, con le quali non è difficile addormentarsi.

E ultimo ma non per importanza, ancora una volta il sistema letto, perché non è poi così raro che la sonnolenza diurna sia l’effetto di un sonno disturbato da una rete, da un materasso o da un cuscino non all’altezza, e quindi da sostituire.

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